“Vivere a tutto campo” per “Great Comebacks 2018 - Il Valore della volontà”

Cari Amici di “Great Comebacks 2018 – Il Valore della volontà”, buongiorno.  

Per raccontare la mia storia riprendo, riveduto e aggiornato, un mio articolo pubblicato sul n° 3/4 della rivista “Ritrovarci”, del settembre/novembre 2009, scritto per unire la mia voce al coro di coloro che credono fortemente nella possibilità di recuperare tutte le proprie energie psico-fisiche, e far tornare “tutto come prima”, anche dopo interventi solo apparentemente “invalidanti”, come le stomie. Sono veronese di nascita e di residenza, classe di ferro1949 e con i miei primi 69 anni, il prossimo 23 luglio. Sono un insegnante di educazione fisica, non più in servizio, nonché veterano ufficiale dell’Esercito Italiano, maggiore in congedo, lagunare della Serenissima e paracadutista della Folgore.  Sono un appassionato di sport, in particolare della Pesistica, meglio conosciuta come Sollevamento Pesi, in attività da 45 anni, nel tempo, come atleta, tecnico e poi dirigente. L’interesse per questa disciplina ha catalizzato la mia vita, parallelamente a quella scolastica e fino al 2006, anno del mio pensionamento, sono praticamente vissuto di “scuola e pesi”. Ora, terminato il mio impegno scolastico, mi dedico a tante altre cose, ma particolarmente a questo sport che, purtroppo, non è il “più amato dagli italiani”, pur essendo una nobile disciplina, con eccezionali potenzialità educative e formative. Svolgo la mia attività presso la pluri-centenaria società sportiva Bentegodi di Verona, sono dirigente regionale del CONI, dal quale lo scorso anno ho ricevuto la “Stella d’Oro al Merito Sportivo” e della Federazione Italiana Pesistica. Dopo la morte di mio padre Rino ho “adottato” la carica di vice presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui, in memoria di mio zio paterno Mario, Reduce di Cefalonia, assieme a tutti i “nonni Reduci” italiani della Divisione Acqui viventi e ormai ultra novantenni. Sono scampati al massacro di Cefalonia e Corfù, da parte dei soldati Tedeschi, nel settembre di guerra del 1943 e per loro organizzo cerimonie, viaggi, ricevimenti nazionali ed altro, fino a che ne rimarrà uno in vita. Nel 2014 ho ricevuto l’onorificenza di “Cavaliere OMRI” per il mio impegno nella promozione dello sport nella scuola e nel sociale. Bene, tra tutti questi impegni, di varia natura, che mi tengono perennemente occupato, ogni tanto mi ricordo di essere “serenamente stomizzato” dal mese di giugno del 2008. Tutto è cominciato nel dicembre del 2005, quando mi fu diagnosticato un adenocarcinoma nell’intestino retto, parallelamente ad una grave forma di piastrinopenia idiopatica che mi hanno fatto ritrovare in sala operatoria nel maggio 2006 per un intervento “fronte retro” con l’asportazione della milza (splenectomia), unitamente alla resezione trans-anale di ciò che sembrava essere rimasto dopo le 30 sedute di radioterapia. Ero uscito “indenne” da quel primo doppio intervento chirurgico, ed ero fortemente convinto di aver risolto la malattia.  Purtroppo, dopo due anni e i successivi controlli periodici (tac, risonanze magnetiche, ecografie, ecc.), mi sono ritrovato con una recidiva di neoplasia, che questa volta non lasciava scampo, trovandosi il male a pochi centimetri dall’ano, con possibilità nulle di alternative, se non quella dell’amputazione del retto e del sigma, con la conseguente colostomia. E così mi sono ritrovato di nuovo in sala operatoria, nel giugno 2008, per quella che spero essere stata l’operazione risolutiva e definitiva. Probabilmente il mio carattere, fortemente volitivo e positivo e la militanza in uno sport duro come quello dei Pesi, mi hanno aiutato a sopportare e a sollevare anche il peso della mia nuova situazione fisica, con la quale sto convivendo con estrema serenità e normalità. Certo, anch’io mi sono trovato con le spalle al muro, per ben due volte e con il mondo che mi crollava addosso. Come succede a quanti si sentono dire, come sappiamo: “Hai un tumore...!”, la prima volta e poi: “Sarai stomizzato...!”, la seconda volta. In quei primi momenti ti senti “colpito ed affondato” e non ci sono parole che possano consolarti. Ti affacci ad una realtà sconosciuta, misteriosa e dura da comprendere e da accettare. Poi, piano piano, la calma ed il ragionamento hanno avuto il sopravvento e ho cominciato a pensare alle possibili soluzioni e a cercare fortune nelle sfortune, come quella di avere un tumore curabile, come purtroppo spesso non succede. La mia costante di vedere il bicchiere mezzo pieno ha ripreso vigore e quella che sembrava essere una tragedia, si è ridimensionata e si è affacciata la prospettiva di una nuova situazione di vita, comunque positiva, parallelamente alla forte convinzione di essere una sorta di “sopravvissuto “e come tale, con il “diritto-dovere” di riprendere a vivere a tutto campo. Tutto è diventato più chiaro e limpido ed è scattato in me, e si è via via rinvigorito, il primordiale istinto dell’attaccamento alla vita, con la voglia di vivere a tutti i costi e di tornare a essere come prima! A dodici anni di distanza da ciò che mi sembrava essere la “fine del mondo” posso dire di avere, ormai da molto tempo, completamente riordinato la mia vita e di aver ripreso tutte le mie normali funzioni vitali e intime, oltre ai molti impegni personali e professionali. Non ho mai interrotto i rapporti con l’attività sportiva e con i miei tanti interessi e faccio una vita normale e regolare, come prima; anzi, con ancora più entusiasmo, nell’organizzare, viaggiare e inventarmi sempre cose nuove. Irrigazioni (lavaggi) regolari, giornaliere od ogni due giorni, sacche di varia misura sperimentate nel tempo per affrontare le diverse situazioni (viaggi, riunioni, attività sportiva) o i diversi modi di vestire, fino ad arrivare a un semplice cerotto, da “indossare” d’estate, abbinato al costume da bagno tipo “slip”, che non avrei mai più pensato di recuperare nel mio guardaroba, accantonando quello “ascellare” inizialmente preferito, subito dopo la seconda operazione. Ho fatto tesoro dei tanti consigli ricevuti da medici, esperti e amici, ma ho messo anche del mio nello sperimentare nuove situazioni, come i massaggi con l’olio d’oliva per togliere la parti collose delle sacche e ammorbidire contemporaneamente la zona della stomia fino all’ultima semplice, ma per me, rivoluzionaria invenzione del “cerotto da spiaggia” grazie al quale, anche se a modo mio, sono tornato nel mondo dei “continenti” ...  Parlo tranquillamente con chi mi capita di ciò che mi è accaduto, soprattutto per cercare di trasmettere serenità a quanti mi ascoltano, unitamente alla necessità di convincerli a ricorrere a interventi preventivi che tutti dovrebbero fare per evitare o anticipare le eventuali cure ai mali che ci insidiano.  Nei mesi scorsi ho affrontato serenamente tutta la seri dei controlli periodici (gastro, rx, ecografie, esami ematologici, ecc); mi son sentito dire che è tutto “OK” e io mi sento “sano come un pesce” e come dico sempre, un po’per scherzo, un po’ per scaramanzia… “fino a prova contraria”!  Le disavventure mediche arrivano un po’ a tutti, più o meno gravi e comunque bisogna uscirne, e la migliore medicina è la nostra forza di volontà. Io ci sono riuscito e penso lo possano fare tutti, anche con l’indispensabile aiuto di chi ci sta intorno, familiari e sanitari. Nel mio caso devo ringraziare tutta la mia famiglia, soprattutto mia figlia Michela che il prossimo mese di ottobre mi farà finalmente diventare nonno, mia moglie (dal 6 maggio 2018, entrambi in seconde nozze) e compagna di vita Candida, mio fratello Bruno e il cugino-fraterno Dr. Paolo Miglioranzi, che mi sono stati accanto e mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto nel mio cammino e nei momenti di sconforto. Cosa dire poi dell’equipe medica del Policlinico di Borgo Roma di Verona e del prof. G.Gaetano Delaini, splendido protagonista dei miei due interventi con l’enterostomista Lidia Biondani e la presidente AISVE e amica Cristina Verdolin; tutti di grande aiuto nei momenti più difficili. Da qualche anno ho il tesserino di “Volontario ospedaliero” e mi sono preso cura già di diverse persone, ora diventate amiche, nel loro percorso pre e post operatorio, rendendomi conto di quanto sia importante, durante il loro difficile percorso, il mio esempio e la mia testimonianza personale. Ho partecipato come testimonial a vari convegni e congressi medici, raccontando la mia esperienza. Sabato 21 luglio p.v., sarò a San Donato Milanese, all’inaugurazione dei Campionati Europei Under 17 di Pesistica e sabato 8 ottobre p.v. sarò ad Argostoli (Cefalonia-Grecia), con volo militare e con 5 “nonni Reduci” della Divisione Acqui, per la Cerimonia internazionale del 75° anniversario dell’Eccidio. Questa è la mia storia, con le cose belle e brutte che mi sono capitate, sperando che le mie parole e le mie semplici esperienze possano essere di aiuto e di incoraggiamento a quanti come me sono incappati in questa situazione, che, insisto, non è più da considerare “disabilitante”, ma semplicemente una nuova e diversa situazione di vita. Offro il mio piccolo e modesto contributo di collaborazione ed incoraggiamento e per dare anch’io, “una mano per aiutare”!

Ciao, un forte abbraccio e buona vita a tutti.

Verona, 16 luglio 2018

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