Aprile. Vado a prenotare la cabina per la stagione e preparo l’attrezzatura pregustando le mie immersioni. Le emorroidi, però, cominciano a rendermi la vita impossibile. Mi è stato detto subito che ho ignorato troppo a lungo sintomi importanti. Esame istologico. 24 giorni di attesa: carcinoma (ma senza metastasi al fegato). Tentativi di attacco chemio e radio combinati, o deviazione. La possibilità di asportare chirurgicamente questo polipo maligno mi avrebbe reso una persona incontinente. Col mio carattere non era una soluzione accettabile. In procinto di iniziare l’attacco con radio e chemio il diavolo ci mette la coda: ricovero notturno in pronto soccorso per emorragia. Trasferita in reparto, inutile il tentativo di trombizzare i vasi sanguigni: ulteriore emorragia.

Faccio mente locale: in gioco c’è la vita.

In questa avventura, Chiara, disponibile e comprensiva mi ha supportato, dandomi ogni spiegazione su quanto avrei dovuto subire a livello chirurgico e come avrebbero proceduto nel tentativo di debellare la “bestiaccia”. Insomma, sono entrata in sala operatoria consapevole, ma serena.

A causa delle complicazioni precedenti all’intervento, la mia non è stata una degenza breve. Nell’estate caldissima sentivo il cicalare del cambio turno degli infermieri… Sara, la caposala, così precisa, professionale, nella sua divisa bianca, perfetta coordinatrice, la sento programmare una battuta di pesca nel tempo libero… E la mia fantasia comincia a farmi uscire fuori dalla camera! Non vedo l’ora che sia l’indomani mattina per chiedere quanti totani ha preso… E mi sento la salsedine addosso!

Un corpo infermieristico che, seppur a ranghi ridotti, è sempre stato col sorriso sulle labbra.

Tutti sempre pronti ad assisterci ad ogni scampanellata, senza mai farci sentire a disagio. Noi, degenti doloranti, con problemi non semplici, abbiamo trovato in loro “angeli custodi” che ci hanno aiutato ad essere persone reattive che si vietavano l’autocompatimento, ma che si imponevano di sorridere alla vita nonostante la tegola che ci aveva fatto cadere in testa.

I nostri angeli custodi sorridenti che di notte si trasformavano in fantasmi svolazzanti con la loro pila, a controllare che tutto andasse bene.

Dismissione.

Sono a casa da sola, terrorizzata, il mio primo cambio sacca: ho paura di non farcela! Poi, accanto a me, sento la voce decisa, precisa di Damiana, che con calma mi guida operazione per operazione. Sorridente, con qualche battuta scherzosa, continua a guidare le mie mani. Parlando, mi porta in un futuro più semplice, mi dice di possibili astuzie per convivere senza problemi con la sacca. Anche io rido, scherzo e chiedo. Senza accorgermene ho terminato l’operazione con semplicità e calma. Grazie Damiana, non semplice “stomista”, ma allegra complice, psicologa, che mi stai guidando a vedere la mia “sacca” come mia buona compagna di vita futura.

Dimessa ho subito indossato leggings e maglietta aderente (è estate). Amici e conoscenti fin dall’inizio erano al corrente della mia operazione. È naturale che i loro occhi cadessero sul mio girovita: “Ma sai che non si vede niente?!”

Certo che non si vede niente!

È più facile che cambiarsi un assorbente o un tampax, e non hai timore di trovarti i pantaloni macchiati!

Intanto in attesa di iniziare il mio ciclo di chemio e radio preventivi, come da protocollo, abitando in campagna, ho impiegato il mio tempo ad accatastarmi dieci quintali di legno, come uno spazzacamino ho pulito la canna fumaria, mi sono fatta due puntate in cerca di funghi… E sto già studiando che modello di costume da bagno indossare la prossima estate, perché non intendo certo rinunciare alle mie immersioni, magari meno profonde, perché gli anni passano!

Registrati per conoscere tutti i servizi e i prodotti a disposizione ed essere aggiornato sulle ultime novità
Iscriviti ora al Programma me+ × Chiudi