Me+ recovery: la parola a Sarah Russell

La parola all'ideatrice del Programma me+™ recovery

Sarah Russell spiega come è nato il programma me+™ recovery e quali sono le motivazioni che l'hanno spinta a riprendere la sua vita dopo l'intervento

D. Ci racconti qualcosa di te?
R. Sono sposata con John da 22 anni e abbiamo 2 figli adolescenti: Eddie, di 19 anni e Charlie di 17. Vivo in una vecchia fattoria nell’Inghilterra del Sud, a circa un’ora da Londra. Ho due cani Labrador, Tess e Tara, con i quali faccio lunghe passeggiate e che si divertono a correre con me.

D. Che lavoro fai?
R. La mia vita ruota intorno allo sport e all’attività fisica. Adoro la natura e stare all’aria aperta. Sono laureata in scienze motorie e ho lavorato nel fitness, esperta di salute, benessere e riabilitazione. Quand’ero più giovane praticavo canottaggio e ho gareggiato per la Gran Bretagna ai campionati del mondo. Praticavo corsa, triathlon, scalavo montagne. Per me era impossibile stare ferma! Un tempo partecipavo a diverse competizioni e ne ho vinte diverse. Il mio record personale nella 10km era sotto I 40 minuti e ho corso una mezza maratona in un’ora e 30. Prima dell’intervento ho partecipato per la Gran Bretagna ai campionati Europei e del Mondo di duathlon (corsa e ciclismo). Da allora, ho adottato un approccio più “rilassato” allo sport e, sebbene mi ponga sempre nuove sfide, correndo maratone, mi sono liberata dallo stress da competizione: partecipo per divertimento e per passione. Adesso le gare sono una scusa per viaggiare: amo girare il mondo nelle maratone, per scoprire nuovi paesaggi e scenari. L’anno scorso ho percorso la 120 miglia: 6 giorni di maratona tra le rocce del Colorado (la cosiddetta “Transrockies Run”). Nel 2014 sono stata in India e ho preso parte alla 100 miglia nell’Himalaya: 5 giorni di maratona. Ho corso 31 maratone; 21 da stomizzata.
Professionalmente, mi piace lavorare con le persone che hanno dovuto affrontare un intervento, per le più svariate ragioni. Vedo i pazienti singolarmente, in uno studio privato – molte persone hanno un cancro, vivono con la stomia o stanno affrontando altri traumi. Con loro utilizzo l’attività fisica come terapia: li aiuto a sentirsi meglio, più forti, a riacquistare fiducia in sé. Lavoro anche come volontaria in un hospice: faccio lezioni di corsa ed esercizi di gruppo. Sono persone che effettuano cure palliative, ma l’attività fisica è importante lo stesso: li aiuta a sentirsi meglio, a superare le difficoltà della terapia. È un lavoro molto gratificante.
Sono poi consulente per ConvaTec: abbiamo sviluppato e lanciato il programma me+ recovery in tutto il mondo. Amo questo lavoro: aiutare le persone stomizzate ad essere più attive e supportare gli operatori sanitari affinché possano dare le giuste informazioni ai loro pazienti sull’importanza dell’esercizio fisico. Praticare attività fisica è vitale, non negoziabile e ognuno di noi dovrebbe essere più attivo, per una questione di salute. Ho anche scritto un libro ‘The bowel cancer recovery toolkit’ (“I tumori del’intestino - Guida alla riabilitazione”) il cui scopo è insegnare a praticare gli esercizi per un rapido recupero. Il libro è stato pubblicato a settembre 2019.

D. Perché hai dovuto affrontare l’intervento?
R. Sono stata operata nel 2010. Avevo 36 anni e fino a quel momento ero in perfette condizioni di salute e, improvvisamente, a causa di una diverticolite, ho avuto una perforazione intestinale. Non lo sapevo, è stato uno shock enorme. Sono stata operata d’urgenza, mi è stata confezionata una stomia, ma qualcosa è andato storto e ho dovuto affrontare5 interventi in 2 anni e mezzo. Dopo un tentativo, fallito, di ricanalizzazione, ho scelto di sottopormi ad un nuovo intervento di stomia, perché mi permetteva di avere una migliore qualità di vita, essere più attiva e mangiare meglio. La mia più grande paura era di non poter tornare a mangiare insalate o non essere più in grado di correre. Nel 2012 mi è stata confezionata una stomia definitiva e da allora non mi sono mai guardata indietro. All’inizio stavo sempre male e ho dovuto seguire un’alimentazione liquida per 6 mesi. Mi sentivo debole e ho perso molto peso. Sono veramente grata di essere tornata in buona salute.

D. Chi ti ha seguito nella strada verso la riabilitazione?
R. Sono stata fortunata: la mia stomaterapista non mi ha mai imposto restrizioni. Mi diceva sempre: “Ascolta il tuo corpo e fai ciò che senti”. Non mi ha mai né allarmato né stabilito scadenze temporali. Tornata dall’ospedale ho cercato su Internet informazioni su stomia e attività fisica e ho trovato un’articolo su Rob Hill, atleta stomizzato che aveva appena scalato l’Everest. Mi sono detta. “Se c'è riuscito lui, io posso tornare a correre”. Ho realizzato che non ci sono limiti e che, anche se bisogna imparare a gestire la stomia, non c’è niente che non si possa fare. Grazie ai consigli della mia stomaterapista, sono tornata a fare piccole passeggiate appena 2 settimane dopo l’intervento. Ho scalato una montagna dopo 7 settimane e dopo 8 ho corso una maratona di 10km. Per me era fondamentale tornare a praticare attività fisica, per il mio benessere fisico e mentale. Ho riacquisito fiducia in me abbastanza velocemente. Ho lavorato molto sulla mia parete addominale e ho iniziato a praticare pilates, gradualmente, dopo 2 settimane dall’intervento, adoperando dei video come guida.

Lo sport è una medicina: la migliore del mondo!

D. Cosa significa lo sport per te?

R. Potersi muovere è un dono e non dovremmo darlo per scontato. Sono grata di essere in salute, di poter correre, scalare montagne ed essere attiva. Molte persone sono malate o hanno disabilità fisiche che impediscono loro di dedicarsi alle attività che amano. Vivo il momento e ringrazio per ogni singolo passo che compio. Amo l’attività fisica e il ruolo che svolge nella strada averso la riabilitazione dopo la malattia o l’intervento, per restituirci la fiducia in noi stessi. L’esercizio fisico è una medicina: la migliore del mondo!

D. Quando hai cominciato a pensare al programma me+ recovery?

R. Dopo l’intervento ho chiesto al mio medico, al mio infermiere, al mio fisioterapista, a chiunque conoscessi, quali esercizi potevo praticare per rinforzare l’addome dopo l’intervento. Nessuno sembrava saperlo. Non esisteva un programma, né line guida da seguire, c’era una mancanza enorme di informazioni nella strada verso la riabilitazione e sapevo di dover fare qualcosa. Così nel 2012 ho iniziato a fare ricerche, sperimentare in prima persona esercizi e fare prove, così ho iniziato a capire la complessità della riabilitazione della parete addominale. Più ne parlavo con pazienti e andavo avanti con le ricerche, più realizzavo che nessuno aveva queste informazioni e c’era un “buco” nell’assistenza al paziente. Così è nato me+ recovery.

D. Perché credi in me+ recovery?

R. È un piccolo strumento, ma può portare enormi benefici. Mi piace pensare al programma come a delle “fondamenta”. Dopo l’intervento o un trauma, prima di tutto devi devi ricostruire le fondamenta. È quello che fa me+ recovery. Gli esercizi sono semplici e graduali, ti aiutano a rinforzare la parete addominale, il pavimento pelvico e il tronco. Ti aiutano a riacquisire consapevolezza del tuo corpo, proproio nel momento in cui ti senti più vulnerabile.

D. Cosa suggerisci alle persone che seguono il programma?

R. Ognuno dovrebbe seguire il programma me+ recovery. Non è solo per gli sportivi, è importante per le persone più anziane e deboli. Fondamentale è iniziare dagli esercizi della fase verde. È la fase per “riconnetterti” con il tuo addome e iniziare a lavorare correttamente. Non farti tentare dal “saltare” questi esercizi perché troppo semplici: lavora su questi fino a quando non ne sarai esperto. Quindi passa alla fase blu. E, solo quando avrai acquisito questi esercizi, potrai passare alla terza e ultima fase, quella viola.

D. Cosa ti senti di dire alle persone stomizzate?

R. Non abbiate paura di praticare attività fisica. Pensate al movimento e allo sport come a una medicina – sono importanti tanto quanto l’intervento o la chemioterapia. Portano molti benefici per la salute e non dovrebbero essere optional! Tutti dovremmo trovare il modo di essere più attivi e praticare sport. Dopo l’intervento, inizia con gli esercizi della fase verde il prima possibile, addirittura dopo 3 giorni se te la senti. Passa alla fase blu e a quella viola solo quando ti sentirai sicuro. Ti aiuteranno a riacquistare fiducia in te e a sentirti più forte. Con il tempo, potrai allenarti più a lungo, dedicarti alle attività che ami. Meglio fare pochi esercizi, ma spesso. Anche una camminata a passo svelto di 10 minuti ha i suoi benefici. Ma, soprattutto, non usare la stomia come alibi per non praticare sport. Potresti incontrare delle difficoltà, ma tu sii creative e coraggioso. Cerca di trovare delle soluzioni ai problemi, non di crearne. Vivere con la stomia non vuol dire rinunciare alle proprie attività preferite. Perciò… Muoviti!


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