Rinascita
Delicata e intrepida
Hai scovato il Mio Male
Frugandolo
E stanandolo dal suo caldo covo
Fu per una mano amica, per un atto di dolcezza e di preoccupato presentimento che presi coscienza di ciò che si annidava nel mio grembo, massa di cellule impazzite, votate a donare sofferenza, a portare morte.
Tutto iniziò così, quasi per caso, come se ciò che cresceva dentro di me avesse deciso di uscire dall'oscurità per sfidarmi a guardarlo dritto negli occhi.
Da quel giorno tutto iniziò a rotolare, come sassi in una scarpata, così profonda da non udirne il tonfo sul fondo.
Passavano le settimane, giorno dopo giorno, ed il bollettino di guerra era ogni volta sempre più intriso di sigle e di parole dure e spietate, descrizioni asettiche d'una nuova condizione di vita, o meglio, di non vita, istruzioni per un viaggio di sola andata.
Perché io?
Perché proprio a me?
Non ho forse sofferto già abbastanza?
La ricerca disperata di un senso, di una ragione.
Nemesi di antiche colpe, vendetta di una vita a volte così tanto strapazzata e sfilacciata da non poterla più ricucire.
Morte della luce, dei colori, dei profumi, morte dei suoni.
La parola "domani" perde il suo significato di futuro, domani vuol solo più dire altri esami, altre condanne, poi l'operazione, poi la convalescenza, poi agonia e dolore, dolore, dolore, dolore che cresce al nostro interno, dolore che traspare sul viso di chi ci sta accanto, ma vorrebbe scappare.
Forse è proprio così, devi toccare il fondo per poter risalire, devi sbattere con l'anima sull'involucro ruvido e freddo del dolore prima di accorgerti di avere ancora unghie per graffiare e denti per mordere.
Cominciò in questo modo la mia rinascita, come un moto di ribellione al destino, un senso di insopportabile ingiustizia che ti porta a considerare il male che ti cresce dentro come un corpo totalmente estraneo da combattere ed estirpare.
Allora iniziò la guerra.
Io sto qui e non posso sottrarmi,
e da qui la lotta è aperta!
Userò quel dono che Dio mi ha dato.
L'intelligenza.
Intelligenza sì, non quella che fà di uno studioso uno scenziato, bensì la volontà vitale, quella che ti fa letteralmente vedere al buio, ti fa rimanere in piedi in mezzo all'uragano, t'impedisce di cadere nel crepaccio.
Avevo bisogno di un sostegno, un muro contro cui fare forza e lo trovai in Dio, meraviglioso e fulgido, paziente e potente con me; mi abbandonai alla Sua forza e la Sua forza iniziò a scorrermi dentro, rendendomi tigre e guerriera.
Bastò una penna ed un quaderno dai fogli immacolati per raccogliere ciò che ancora dentro di me urlava ebbro di vita e tramutarlo in parole e versi, come se ogni poesia fosse una battaglia vinta contro il Male.
E alla fine, una battaglia dopo l'altra, la guerra fu vinta, non solo perché il Male fu fisicamente asportato, bensì perché fu estirpata anche la sua nefasta influenza sulle mie speranze e sui miei sogni.
Adesso ho perso un pezzettino del mio corpo, doloroso tributo a questo calvario, ma posso ben dire di essere più ricca dentro, fiera della lotta che ho combattuto e vinto e consapevole della mia, anche inaspettata, forza.
Frammenti di bianco dopo tanto nero
Una nuova primavera,
un nuovo ciclo,
identica testa,
un buco in pancia.
Una piuma muove l'aria
E una lacrima smuove gli oceani.
Padre del cielo
Mutazioni
Dove tutto si trasforma
Si evolve e cambia.
Mutando questa pelle
Prelevasti un estratto della mi anima
Cambiando le lacrime in un sorriso
Mutazioni che capovolgono la terra, i cieli e i mari,
trasformando tutto in una musica
quasi divina.
Mi hai tolto con la mano sinistra
E con la destra eri già pronto
A donarmi qualcosa fatto di luce
Una contropartita corposa e potente.
Prendo con le mani ciò che fu sogno.
Il viaggio sarà lungo ed eccitante
Curiosità di sapere, di conoscere, di esplorare
E di aprire le pagine di un nuovo libro,
ancora tutto da scrivere.
Regalami ora,
queste ali di brillanti e fuliggine
affinché possa anch'io fondermi con il mio sogno.
Spero che questa mia testimonianza possa essere d'aiuto e di stimolo per tutti coloro che hanno vissuto o stanno vivendo un'esperienza simile di dolore.